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Titolo: La lampada di Aladino
Autore: Luciano Domenighini
Curatore: Emanuele Marcuccio
Editore: TraccePerLaMeta Edizioni
Genere: Critica Letteraria
Collana Sabbia – Critica Letteraria
Anno: 2014
Formato: brossura
Pagine: 304
Lingua: italiano
ISBN: 9788898643226
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Disponibile dal:
La lampada di Aladino - Luciano Domenighini
Titolo: La lampada di Aladino
Autore: Luciano Domenighini
Curatore: Emanuele Marcuccio
Editore: TraccePerLaMeta Edizioni
Genere: Critica Letteraria
Collana Sabbia – Critica Letteraria
Anno: 2014
Formato: brossura
Pagine: 304
Lingua: italiano
ISBN: 9788898643226
Destinatario :
* Campi richiesti
Lontana dalle modalità d’espressione e comunicazione dominanti nel mondo contemporaneo, legata a forme tradizionali che definivano una cultura ‘alta’, isolata in un contesto nel quale ogni tipo di produzione e creazione è orientato ad un immediato e facile consumo, la poesia, più di altri generi letterari, vive un momento di crisi. Da un lato il poeta ha perduto la sua funzione ‘magistrale’, dall’altro sono sempre meno numerosi i lettori disposti a dedicarsi ad un esercizio di comprensione che richiede tempo e impegno. Perché, se cerchiamo un’emozione, leggere e rileggere una poesia, quando possiamo ascoltare una canzone che ce la trasmette con immediatezza, con un linguaggio più accessibile, mentre magari siamo occupati in un’altra attività?
Eppure, malgrado tutto, la poesia resiste tenacemente e questo libro ne è la testimonianza. Perché la poesia fa parte del modo di essere, individuale e sociale, dell’uomo, quali che siano i risultati in termini di contenuto ed estetici. Fonte ed oggetto della poesia non sono solo le emozioni, ma è l’intero mondo interiore dell’uomo, l’‘io’ come ‘microcosmo’. Tale ricchezza inesauribile di ‘materia’ ha bisogno per esprimersi di una parola non comune, rifinita, con una valenza semantica maggiore rispetto alle esigenze della comunicazione ordinaria. La parola poetica è portatrice di un significato eccedente, talvolta in parte ignoto allo stesso poeta, che agendo su un animo altrui può far sì che “poca favilla gran fiamma seconda”.
Il poeta è colui che, a prescindere dagli esiti artistici, nel portare alla luce la sostanza del proprio essere ne fa partecipi gli altri e svolge una funzione maieutica nei loro confronti, aiutandoli a fare lo stesso.
Nell’esprimere la propria singolarità, assumendosene i rischi, il poeta adempie una funzione universale, nel soddisfare un bisogno individuale ricopre un ruolo sociale.
Ecco perché il nostro tempo, troppo piegato alle esigenze di una razionalità strumentale e tecnologica, ha ancora bisogno, anzi necessita, della poesia, la quale, non c’è dubbio, se morirà, lo farà insieme all’ultimo uomo.
SALVATORE DANIELE
Nella presente opera critico-antologica sono presenti poesie di:
Emanuele Marcuccio,
Giorgia Catalano,
Marco Nuzzo,
Giovanni Amato,
Rosa Cassese,
Lorenzo Spurio,
Silvia Calzolari,
Giuseppe Cristini,
Sandra Carresi,
Paola Surano,
Maria Rita Massetti,
Annamaria Pecoraro “Dulcinea”,
Anna Maria Folchini Stabile,
Anna Alessandrino,
Michela Zanarella,
Raffaella Amoruso,
Anna Bonarrigo,
Margherita Calì,
Annamaria Stroppiana Dalzini,
Matteo Cotugno,
Luciano Domenighini.
[I]l poeta, come tutti gli artisti, ha un ruolo scenico, istrionico, un ruolo sociale di intrattenitore, inteso allo svago, al piacere di un pubblico proteiforme e giudicante, casualissimo e disimpegnatissimo. D’altra parte si vuole che al poeta sia concesso il lusso della sincerità nel manifestare la propria indole e i propri moti interiori. A me [...] piace invece pensare che egli sia, oltre che glorificatore asservito o impudico teatrante di se stesso, anche libero custode della parola. La Lampada di Aladino si occup[a] di venti poeti italiani contemporanei, sconosciuti o emergenti, dilettanti o “professionisti”.
[...] Se la poesia, fatto salvo, volta per volta, il grado della sua caratura formale, è, in definitiva, un atto d’amore, anche la critica, pur tanto nell’arida pedanteria dei suoi schematismi analitici quanto, per contro, nella barbara e supponente arbitrarietà che così spesso si arroga, quando non divaga in digressioni vanesie e narcisistiche ma si rivolge esclusivamente all’oggetto artistico, la critica, dicevo, nel suo approccio conoscitivo, nel manifestarsi come volontà di comprensione, può essere anch’essa un atto d’amore.
LUCIANO DOMENIGHINI