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Titolo: I dolci della domenica
Sottotitolo: Pasticceria e Tradizioni nella Penisola Sorrentina
Autore: Maria Grazia Cocurullo
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I dolci della domenica - Maria Grazia Cocurullo
Titolo: I dolci della domenica
Sottotitolo: Pasticceria e Tradizioni nella Penisola Sorrentina
Autore: Maria Grazia Cocurullo
Destinatario :
* Campi richiesti
Curatore: Anna Maria Folchini Stabile
Prefazione: Fabrizio Mangoni
Editore: TraccePerLaMeta Edizioni
Genere: Cucina
Collana Cinabro – Visual | Cucina
Anno: 2017
Formato: filo refe
Pagine: 208 a colori
Lingua: italiano
ISBN: 978-88-98643-68-4
I dolci raccontano - sapori e colori - i saperi di tradizioni che rivelano il cammino dell’uomo nel suo confronto - a volte disperato a volte meraviglioso con la terra e con il cielo... Struffoli e zeppole per la povertà di un Natale che rivela il “miele” della buona notizia. “Chiacchiere” per attutire i rumori del carnevale e preparare al silenzio quaresimale. Pastiera per la resurrezione... e l’elenco si allunga per le occasioni e le festività con caratteristiche che parlano della propria terra e della sua eredità. Perché una cosa sia chiara: il dolce è accenno di festa, segno di bellezza, voglia di buono, desiderio di condividere, anelito di speranza...
Il pregio del volume è nel rapporto tra la pasticceria e il paesaggio agrario della penisola sorrentina e amalfitana. Maria Grazia ci racconta di come ha scoperto l’uso diffuso nella pasticceria sorrentina del limone, dal succo alla scorza. Quel limone che tanto caratterizza il paesaggio sorrentino, si affianca da altri prodotti come le noci. Le ricette s’intrecciano a storie. L’autrice ci fa vedere le navi a vela della marineria sorrentina che portavano noci, frutta secca negli Stati Uniti, dove famiglie lì emigrate esercitavano il commercio dei prodotti della loro terra. Vicino a una padella vediamo qualcuno che intinge un ferretto nella pasta e rilascia nell'olio bollente palline e stelline, per l’allegria dei bambini. La contaminazione investe anche dolci classici, che sono rielaborati “alla sorrentina”, in base a memorie raccolte sia in famiglia, con teneri ricordi della cucina del papà, che tra professionisti.